L'origine del problema risiede all'interno dell'hardware "fisico" della microarchitettura x86-64 di Intel, e non può essere eliminata con un "semplice" aggiornamento al microcodice veicolato attraverso un aggiornamento del firmware UEFI. La patch dovrà quindi agire a livello di sistema operativo, e in questo caso tutti i principali player di mercato (Windows, Linux, macOS) sono coinvolti.
La soluzione più immediata al bug sarebbe l'impiego di una misura di Page Table Isolation (PTI), un modo per rendere gli indirizzi di memoria assegnati al kernel "invisibili" e separati ai normali processi utente. In questo modo, però, si costringe il processore a un "super-lavoro" per passare continuamente dalla memoria kernel a quella utente con un impatto sulle prestazioni della CPU stimate fra i cinque e il 30% a seconda del modello del processore.
La soluzione più immediata al bug sarebbe l'impiego di una misura di Page Table Isolation (PTI), un modo per rendere gli indirizzi di memoria assegnati al kernel "invisibili" e separati ai normali processi utente. In questo modo, però, si costringe il processore a un "super-lavoro" per passare continuamente dalla memoria kernel a quella utente con un impatto sulle prestazioni della CPU stimate fra i cinque e il 30% a seconda del modello del processore.
#informatica
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Marco Costanzo
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